iBeacon, connected shoppers e le nuove frontiere del retail marketing

iBeacon, connected shoppers e le nuove frontiere del retail marketing

Pubblicato da IQUII il 29/01/2014 in Thinking

L’evolversi delle tecnologie digitali sta favorendo il progressivo smantellamento della barriera tra ambiente digitale e mondo fisico, e la tecnologia stessa si sta trasformando in un asset fondamentale per sviluppare e rafforzare l’esperienza delle persone con i brand.

Assistiamo già oggi ad aziende che hanno sviluppato per i punti vendita applicazioni che consentono di integrare l’esperienza in store con piattaforme digitali che supportano i clienti nella scelta dei prodotti più vicini ai loro desideri.

E’ proprio il progresso delle tecnologie e delle applicazioni mobile, sempre più proteso verso la internet of things,  il principale driver del cambiamento per la customer experience nei punti vendita. Gli smartphone ci aiutano nella ricerca, nella comparazione e nell’acquisto dei prodotti non solo online ma anche all’interno dei negozi, e l’app di Risparmio Super ne è un esempio.

I dati di una recente ricerca commissionata da Google (che di smartphone se ne intende, avendone dotato più della metà al mondo con il suo sistema Android) parlano chiaro: il 90% degli utenti utilizza lo smarphone per compiere attività finalizzate all’acquisto di un prodotto: legge le recensioni e ne studia le caratteristiche, ne compara i prezzi, cerca le offerte migliori e i negozi dove può recarsi per acquistarlo. E il 19% lo utilizza per finalizzare l’acquisto.

IQUII ibeacon customer experience in store 1

E’ da notare come l’84%  degli shoppers fa uso dello smartphone come strumento di supporto alle attività di acquisto dentro il negozio. E questo avviene soprattutto nel caso in cui si desidera acquistare elettrodomestici, generi alimentari, prodotti di elettronica o dedicati alla cura dei bambini.

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E se più della metà degli utenti smanetta sul proprio smartphone per più di un quarto d’ora mentre si trova nel negozio, la ricerca evidenzia anche che gli shoppers che utilizzano attivamente uno smartphone durante la loro visita al punto vendita hanno una propensione all’acquisto più alta rispetto agli altri, soprattutto per quanto riguarda gli elettrodomestici e i prodotti legati alla cura della persona.

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Un uso così intensivo e sempre più naturale dello smartphone evidenzia un ulteriore dato sul quale riflettere: un terzo degli utenti di smartphone si dedica al self-help, e trova le informazioni delle quali ha bisogno attraverso il proprio device anziché rivolgersi ai commessi presenti nel negozio

Fateci caso anche voi: nei prossimi mesi, probabilmente, vedrete sempre più persone aggirarsi tra le vetrine dei centri commerciali armati di smartphone, tutti dediti a fotografare i prodotti per ottenere informazioni pertinenti alle loro effettive esigenze.

Le implicazioni per il business sono davvero notevoli:

  • Il mobile marketing non può più essere considerata una opzione, ma un imperativo per lo sviluppo delle strategie commerciali dei brand;
  • Le applicazioni mobile vanno utilizzate per spingere i clienti all’interno degli store, attraverso l’offerta di esperienze con un forte valore aggiunto.

Questo valore aggiunto può essere reso possibile, oggi, dall’integrazione di questi due fattori:

  • Interfacce invisibili: i recenti progressi nello sviluppo delle tecnologie indossabili, sulle quali siamo impegnati anche noi, consentono di acquisire dati sui comportamenti e le preferenze degli utenti in modo molto naturale, senza cioè che questi debbano compiere azioni o movimenti fisici particolari per fornire queste informazioni (come, ad esempio, impugnare uno smarpthone e navigare nei menu di un’app);
  • Interazioni intelligenti tra utenti e device: i dati acquisiti dai dispositivi indossabili possono essere trasmessi a specifiche piattaforme in grado di elaborare questi dati al fine di interpretare lo stato d’animo dell’utente, nonché l’ambiente fisico nel quale egli è immerso, allo scopo di coinvolgerlo in azioni specifiche.

Va proprio in questa direzione l’introduzione nell’ecosistema digitale di una nuova tipologia di strumenti: gli iBeacon.

I beacon (letteralmente “fari”, in inglese”) sono dei piccoli dispositivi hardware, poco più grandi di una monetina, che utilizzano un sistema bluetooth a basso consumo (BLE, Bluetooth Low Energy) per scambiare informazioni con smartphone o tablet.

Questa tecnologia, sviluppata dalla Apple, consente di tracciare la posizione di un utente all’interno di un edificio, sostituendosi al sistema GPS per la localizzazione di precisione di utenti in spazi ristretti.

Grazie a una specifica app installata sullo smartphone dell’utente, un Beacon è in grado di acquisire la sua posizione, riconoscerlo e fornire informazioni contestuali alla sua esperienza in-store. In questo modo può ingaggiarlo attraverso notifiche push relative ai prodotti verso i quali si è avvicinato durante la sua visita al negozio. La Apple sta già utilizzando gli iBeacon piazzandoli tra gli scaffali dei suoi store americani.

I beacon si rivelano dispositivi in grado di rafforzare notevolmente la capacità di ingaggio delle applicazioni mobile fornite dai brand e utilizzate dai propri clienti. Specie se questi vengono motivati a utilizzarle, attraverso specifiche call to action, anche all’interno dei negozi.

Si tratta dunque di una tecnologia che può trasformare la visita di un potenziale cliente all’interno del punto vendita in una shopping experience multicanale e personalizzata.

I gestori degli esercizi commerciali possono utilizzarli per fornire informazioni sul prodotto che si trova davanti all’utente, solo quando questo si trova nelle sue vicinanze. I Beacon, inoltre, possono essere sfruttati per fornire coupon o sconti solo quando il potenziale cliente si trova in un punto particolare del negozio, o per attirarlo verso l’interno del locale quando egli passeggia davanti ad una vetrina.

A questo punto sorgono due domande:

  • I clienti sono pronti a utilizzare questa tecnologia?
  • I brand sono in grado di implementare gli iBeacon nei loro punti vendita?

Per quanto riguarda il primo aspetto, i dati evidenziati finora dimostrano come gli utenti di smartphone siano già particolarmente propensi a utilizzare il loro device per cercare e acquisire informazioni durante la loro esperienza in-store; da questo punto di vista, gli iBeacons possono intercettare l’utente focalizzando la loro attenzione in modo anticipato su specifici prodotti, prima che questi inizino a cercare online di loro spontanea volontà informazioni sui prodotti rispetto ai quali sono interessati.

A tale proposito una ricerca indipendente commissionata da ResearchNow, che si è focalizzato sullo studio delle preferenze nello shopping da parte degli utenti mobile, afferma che l’81% degli utenti di smarptphone che hanno ricevuto notifiche push durante la loro esperienza in-store hanno letto le informazioni contenute nella notifica, e il 79% di loro e effettuato un acquisto almeno una volta.

ibeacon retail mobile marketing iquii

Affinché possano esserci questi risultati, tuttavia, è necessario che i retailers veicolino attraverso le notifiche rese possibili dagli iBeacon contenuti e promozioni che siano effettivamente corrispondenti agli interessi dei clienti. Il 62% degli utenti, infatti, afferma che essi sono più propensi a utilizzare l’app mobile del brand se questa fornisce loro contenuti effettivamente corrispondenti ai loro interessi e alla loro posizione.

Le strategie di marketing sono più efficaci se sono in grado di offrire ai clienti esperienze multicanale e personalizzate. I retailer hanno oggi l’opportunità, grazie a dispositivi come gli iBeacons, di trasformare le loro applicazioni mobile in strumenti indispensabili per fornire ai propri clienti esperienze multicanale. E noi di Iquii ci stiamo già lavorando sopra…

 

post di Iquii.

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