All’interno dell’ultima release di iOS 11.3, Apple ha introdotto un nuovo set di API per il tracciamento pubblicitario: una novità che, come sottolinea Mobile Dev Memo, potrebbe ridefinire l’ecosistema del Mobile Advertising, garantendo una maggiore privacy dei dati degli utenti.
Il framework, chiamato SKAdNetwork, arriva in coincidenza (particolare sicuramente non casuale) con l’introduzione del Regolamento in materia di protezione dei dati personali UE 2016/679, il GDPR.
La mossa di Apple punta nella direzione che prima Steve Jobs e, successivamente Tim Cook, hanno tracciato per l’azienda: preservare quanto più possibile i dati dell’utente rendendolo il vero proprietario e unico gestore degli stessi.
SKAdNetwork – che fa parte del framework StoreKit – è di fatto un set di API volte alla gestione del tracciamento pubblicitario, che consente a un inserzionista di sapere se la propria pubblicità ha portato a una installazione dell’app presente nello store e, in questo caso, ad accreditare eventualmente gli introiti della campagna stessa.
In effetti, se a una prima analisi tutto questo sembra molto simile a quanto già accade con AdMob e altri gestori, la vera differenza sta proprio nello scambio di informazioni che ora viene ridotto al minimo. L’obiettivo è quello di rendere pressochè impossibile l’identificazione dell’utente, proteggendo quindi la sua privacy in rete.
Credits: Mobiledevmemo
“Quando un utente clicca su un annuncio, gli inserzionisti visualizzano una schermata del prodotto su App Store contenente parametri univoci che identificano la campagna pubblicitaria. Se un utente installa e apre un’app, Apple invia alla rete pubblicitaria una notifica di conversione per tale campagna. La notifica di conversione è firmata da Apple e non include dati specifici dell’utente o del dispositivo.” (Apple.Inc)
Nello specifico le informazioni condivise, una volta installata l’app in questione, saranno soltanto 5, esclusi i dati sensibili:
Si tratta di un cambiamento importante rispetto al passato: infatti se fino ad ora le principali reti pubblicitarie come Google e Facebook richiedevano alle app l’installazione di un SDK proprietario e chiuso in grado di nascondere la mole di dati scambiati, il passaggio ad una struttura centralizzata a livello di OS permetterà una maggiore trasparenza rispetto agli identificativi attribuibili all’utente.
Inoltre, fattore non meno importante, Apple tornerebbe ad essere un intermediario (per molti versi scomodo) dopo il flop di alcuni anni fa, in seguito all’acquisto di Quattro Wireless. L’azienda di Cupertino diventerebbe quindi un intermediario tra l’app e la rete pubblicitaria per il monitoraggio delle conversioni, eliminando la necessità di installare un SDK potenzialmente invasivo per la privacy.
Anche se sembra improbabile che Apple tagli i ponti con le attuali SDK di advertising è chiaro quanto questo genere di operazioni possano essere comunque vettori di cambiamento nell’approccio del mercato rispetto alla profilazione.
Gli esperti del settore danno già per scontato che simili mosse siano presto riprese in primis da Google stessa nel suo Google Play e successivamente anche da Facebook e gli altri.
Attualmente, con informazioni limitate sulle API di SKAdNetwork di Apple, si può solo ipotizzare quali saranno le implicazioni per gli esperti di marketing delle app e come ciò influirà sugli approfondimenti e le ottimizzazioni delle campagne.
Di fatto, Apple gioca quindi una nuova carta che illustra la sua posizione di “custode” dei dati sensibili degli utenti che utilizzano le app del suo sistema operativo.