Nell’arena super competitiva del mercato automobilistico internazionale stanno per arrivare a tutta velocità le connected car: automobili connesse grazie a console innovative dotate di schermi touch e sistemi operativi all’avanguardia.
Le auto sulle quali viaggiamo oggi sono un concentrato di tecnologia davvero incredibile, ma non sono connesse ad Internet. Stranamente, mentre passiamo la maggior parte della nostra giornata “always on” ed abbiamo case ed uffici connessi, ancora non abbiamo collegato le automobili.
In questo post percorreremo un viaggio lungo le varie novità che ci attendono nei prossimi mesi, dando uno sguardo alle normative e ponendoci alcune domande a livello di brand experience. Salite a bordo!
L’importanza delle regolamentazioni normative a livello nazionale (o europeo, per quanto ci riguarda) non è da sottovalutare. Ad esempio, è di un mese fa la notizia che due enti normativi europei (ETSI e CEN) hanno confermato che il set di standard richiesti dalla Commissione Europea per rendere le connected cars realtà è stato completato.
Le norme adottate garantiscono che i veicoli prodotti da diversi costruttori possono comunicare tra loro. Gli investimenti dell’Unione Europea (che superano i 180 milioni di euro in ricerca e sviluppo) metteranno l’industria automobilistica europea, che prevede la creazione di 13 milioni di nuovi posti di lavoro, nella condizione di competere ad alti livelli per sviluppare la prossima generazione di automobili.
Come riporta Neelie Kroes, Vice Presidente della Commissione Europea: “With this set of standards ready, connected cars are on the right track. Direct communication between vehicles and infrastructures will ensure safer and more efficient traffic flows, with great benefits for drivers & pedestrians, our environment and our economy. This shows Europe’s unique digital advantage. But for connected cars to really work, we also need more consistency in rules that underpin fast broadband networks. Our fragmented spectrum policy puts the brakes on our economy – now it’s time to get our connected continent up to cruising speed“.
Una caratteristica importante di questi sistemi sarà la compatibilità in tutti i paesi del mondo, per questo le organizzazioni europee lavorano a stretto contatto con team americani e giapponesi per garantire l’uniformità dei sistemi.
Big G ha scoperto le carte a gennaio 2014 annunciando Open Automotive Alliance, un gruppo di lavoro formato da società del mondo “automotive” e “technology” che ha come obiettivo portare l’esperienza Android nelle automobili con la massima sicurezza e senza soluzione di continuità.
Come riporta il comunicato ufficiale sul sito:
“Audi, GM, Google, Honda, Hyundai and NVIDIA have joined together to form the Open Automotive Alliance (OAA), a global alliance of technology and auto industry leaders committed to bringing the Android platform to cars starting in 2014. The OAA is dedicated to a common platform that will drive innovation, and make technology in the car safer and more intuitive for everyone”.
Le visioni condivise sulle connected cars portano a partnership interessanti che, a tutti gli effetti, trasformano in realtà quello che fino a pochi anni fa abbiamo visto solo nei film.
Come dice Jen-Hsun Huang, President and Chief executive officer di NVIDIA:
“The car is the ultimate mobile computer. With onboard supercomputing chips, futuristic cars of our dreams will no longer be science fiction. The OAA will enable the car industry to bring these amazing cars to market faster”.
L’OAA ha annunciato di essere già in contatto con agenzia governative (come l’NHTSA, National Highway Traffic Safety Administration) per garantire uno sviluppo delle attività in completa sicurezza.
L’obiettivo è quello di costruire un’esperienza che aiuti i conducenti a ottenere ciò che stanno cercando senza interrompere la loro attenzione alla guida.
Grazie ad Android, le case costruttrici daranno la possibilità agli automobilisti di usare il sistema operativo ormai diffuso in tutto il mondo (e per questo familiare) integrandolo con le potenzialità di un sistema di infotainment centralizzato (navigazione, chiamate, musica, ecc) per far vivere un’esperienza completa all’interno dell’abitacolo e durante i viaggi (garantendo una sorta di sicurezza ulteriore, come previsto dalle norme europee citate in precedenza, ed evitare distrazioni alla guida).
“OAA members share a vision for the connected car, and bringing these open standards of innovation to the market will help extend people’s mobile experience seamlessly to another platform they already know and love. Timing from each automaker will vary, but you can expect to see the first cars with Android integration by the end of this year. The OAA invites other automotive technology companies to join in this endeavor”.
La società di Cupertino già da metà dello scorso anno stava dando segnali di possibili iniziative in ambito connected cars. A giugno 2013, in occasione dell WWDC, aveva lanciato in anteprima “iOS in the car”, parlando di integrazione smartphone/auto.
Il passo successivo è stato declinare il concept in idea concreta da implementare sulle automobili di alcune tra le case costruttrici più importanti al mondo, ed è nato CarPlay.
“Un modo sicuro ed intelligente di usare l’iPhone nella propria automobile”. Così viene presentato CarPlay, il nuovo sistema di infotainment lanciato dalla società di Cupertino che sarà installato in anteprima sulle prossime automobili Ferrari, Honda, Volvo, Hyundai e Mercedes-Benz.
Disponibile entro la fine dell’anno, CarPlay (compatibile con iPhone 5, iPhone 5C e iPhone 5S) è il nuovo modo di interagire che porterà una nuova esperienza d’uso tra iPhone e il display dell’automobile.
Navigazione, chiamate, sms, musica: tutto sarà a vostra disposizione e nel modo che preferite. L’interazione potrà essere vocale (grazie a Siri), tramite i comandi dell’auto oppure grazie al touchscreen sulla vostra console di bordo.
Ovviamente le funzionalità disponibili inizialmente (Maps, Phone, Messages, Music) saranno presto integrate dall’arrivo di app come Spotify, Stitcher, Podcasts, ecc.
La musica, e i fornitori di servizi musicali, saranno i primi a beneficiare dell’integrazione dell’ecosistema Apple in un nuovo contesto. Già oggi Spotify dichiara che il 17% dei suoi utenti utilizza il servizio dalla propria auto.
Secondo un report pubblicato recentemente da Nielsen, già oggi un conducente su cinque utilizza automobili con presenza di tecnologie evolute. Il numero è destinato a salire, viste le novità presentate dalle case costruttrici all’ultimo Consumer Electronic Auto Show di Detroit.
Chi è già al volante delle connected car?
Il 58% sono uomini. Il 90% ammette di guidare ogni giorno ed il 52% dichiara di spendere più di un’ora al giorno nell’abitacolo della propria auto.
Quante persone cercano le connected car durante il processo di acquisto?
Il 63% delle persone ammette di cercare automobili tecnologicamente avanzate durante il processo di acquisto.
Quali sono le feature più importanti che influenzano il processo di acquisto di una connected car?
Gli automobilisti hanno dichiarato importanti caratteristiche come:
– la possibilità di navigazione Internet (79%)
– gli avvisi di sicurezza (76%)
– la diagnostica del veicolo (74%)
– l’intrattenimento, come i comandi vocali per le comunicazioni e lo streaming audio (80%)
Partiamo da una semplice ipotesi: un cliente con un elevato livello di loyalty verso il brand Audi potrebbe avere questo stesso livello di fedeltà verso Apple (e di conseguenza iPhone).
Cosa comporta la partnership tra Audi e Android? Potrebbe avere conseguenze sulle future scelte del consumatore e sulla decisione di acquistare, ad esempio, ancora un device Apple?
In questo discorso entrano due fattori principali:
1) Lo smartphone è, oggi, indissolubilmente legato alla nostra vita quotidiana. Ci accompagna dappertutto, ci semplifica la vita, ci permette di controllare mail e flussi di lavoro dal divano di casa o sotto l’ombrellone.
2) L’automobile è, per molti, una sorta di status symbol. Passiamo ore in sua compagnia (volenti o nolenti) e, data la velocità odierna delle informazioni, utilizzarla come luogo di lavoro per fare call e/o risolvere problemi potrebbe essere un punto da non sottovalutare.
Nella scelta che un cliente deve fare, pesa di più la fedeltà allo smartphone oppure al brand automotive?
Proviamo ad aggiungere una ulteriore variabile:
3) I Millennials (o Generation Y), ovvero quella parte di popolazione nata tra il 1980 ed il 2000 considerata da ricercatori e professionisti di marketing “nativa digitale”.
Vivendo in simbiosi con il proprio smartphone, probabilmente ogni loro scelta d’acquisto è dettata dalle possibili “integrazioni” tra telefono e qualsiasi altro device.
In questi 3 punti si intrecciano strategie presenti e future dei brand del settore automotive: le vision di questi ultimi ed il vissuto esperienziale proposto ai consumatori passano obbligatoriamente dalle tendenze dettate dai giovani.
A questo punto, quanto la scelta di una collaborazione (Android-Audi) può influenzare la scelta della prima automobile da parte dei Millennials?