Ricordate i tempi dove le persone leggevano tutto il giornale alla ricerca della notizia per loro interessante, oppure facevano zapping tra i canali televisivi per cercare contenuti? Dimenticateli.
Quella che viviamo è “l’era della disattenzione“, visto che siamo continuamente bombardati da notifiche, messaggi e applicazioni che ci rendono distratti e poco attenti al contenuto. Questo oggi è fruito in velocità, in mobilità e deve essere time-saver: le persone vogliono risposte concrete senza troppi giri di parole.
Comprendere il comportamento degli utenti e dare loro il contenuto nel momento in cui ne hanno bisogno e ne fanno richiesta: con i device mobili ormai diventati estensione del nostro corpo e che danno il vantaggio della facilità di contatto, bisogna fare attenzione a non diventare troppo golosi, l’effetto spam è recepito con maggiore enfasi su un dispositivo davvero “personal”.
Nel nostro primo approfondimento abbiamo spiegato cos’è una Notifica Push e da quali caratteristiche è formata, mostrato alcuni esempi e le differenze tra iOS e Android. In questo secondo articolo facciamo un passo avanti, parlando di opportunità, strategia, metriche e ampliando l’approccio IQUII chiamato Push Notification Optimization (PNO).
Le push fanno da ponte tra le persone e l’enorme mole di contenuti che può essere fruita da mobile. Abbiamo individuato quattro metriche da tracciare per valutare l’efficacia della strategia:
È una metrica che individua il numero di utenti che ha aperto la notifica push, sul totale delle notifiche inviate.
Il raggiungimento degli obiettivi è una metrica che risponde alla necessità della push di guidare l’utente verso il goal. In questo caso la metrica è più complessa rispetto al tasso di apertura. Rientrano in questa casistica le condivisioni sui social, gli acquisti, l’aggiunta dei prodotti al carrello. L’obiettivo viene definito e studiato prima dell’invio della push, in modo da ottimizzare al meglio tutti i punti: testo, icona, timing, call to action.
La metrica si riferisce al valore del cliente nel lungo periodo. L’obiettivo della push notification è quello di aumentare ed arricchire l’esperienza utente all’interno dell’applicazione.
Il coinvolgimento può essere di “riattivazione” per un utente che non utilizza più l’app, oppure con l’obiettivo di aumentare la retention per l’utente e farlo passare da utente mensile a settimanale, da settimanale a giornaliero, fino a farlo diventare ambassador.
Non bisogna solo tracciare le metriche “positive”, ma anche guardare i potenziali effetti negativi dell’utilizzo delle notifiche. Nel caso di elevati tassi di “opt-out” e addirittura di disinstallazione dell’applicazione il suggerimento è quello di rivedere il contenuto della push, il timing, l’obiettivo.
A supporto del discorso sulla personalizzazione del contenuto delle push e sui diversi comportamenti degli utenti che utilizzano diverse piattaforme (iOS e Android su tutte) prendiamo i dati del report che Urban Airship pubblica ogni trimestre basato sui tassi di apertura delle notifiche in base al sistema operativo e alla industry di riferimento.
La differenza tra i due sistemi operativi è all’inizio del processo: le app sviluppate per Android hanno le notifiche push attive di default, mentre quelle sviluppate per iOS richiedono all’utente l’autorizzazione all’attivazione del servizio. Questo ovviamente impatta anche sul tasso di apertura e sulla conseguente efficacia del servizio di notifiche.
Alcuni rapidi insight:
Sui dispositivi con sistema operativo iOS in media il 42% degli utenti attiva il servizio di notifiche. Come si vede dal grafico, i tassi più alti sono presenti nelle categorie Charities, Foundations & Non-Profit e Business mentre è la categoria Gaming ad avere solo un terzo degli utenti con notifiche attive.
Gli utenti Android hanno un tasso di coinvolgimento derivante dalle notifiche più elevato rispetto a quelli iOS. Come anticipato, molta differenza è data dall’attivazione di default e dall’elevata personalizzazione che Android sta dando a questo servizio (testo, immagini e pulsanti di azione personalizzabili).
L’invio di una Push Notification necessita di una regia attenta ed esperta, che curi ogni particolare nel migliore dei modi e punti ad arrivare al destinatario con il migliore messaggio.
L’approccio chiamato Push Notification Optimization (PNO) è basato su tre step:
– ANALISI
Il primo passo è analizzare il flow dell’applicazione, individuando le aree calde dove l’invio di una notifica push è un plus che porta beneficio all’utente.
– STRATEGIA
Dopo aver individuato le aree dove scatenare le notifiche, si passa alla strategia. In questo caso si lavora sulle tipologie di:
– PERFORMANCE
Il terzo passaggio prevede il monitoraggio delle performance riguardo le notifiche push. Sulla base di KPI qualitativi, quantitativi e personalizzati si analizza l’efficacia del servizio e si lavora sui feedback per migliorare costantemente il risultato finale e l’obiettivo definito in fase di strategia.
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