Negli ultimi anni, grazie allo sviluppo del mobile, dell’ecosistema di sviluppatori e visto l’interesse crescente da parte delle aziende verso il mondo degli smartphone, i numeri relativi alle applicazioni mobile sono cresciuti esponenzialmente raggiungendo livelli che pochi anni fa erano impensabili. Ad oggi infatti possiamo contare:
Questi sono solo alcuni dei numeri principali che il mondo del Mobile sta generando. E’ evidente come questi numeri, se letti con attenzione, possano generare domande e dubbi riguardo la forte potenzialità e allo stesso tempo la complessità di questo mondo.
In particolare l’affollamento di applicazioni, lo sviluppo costante di nuovi progetti e la crescita del numero di sviluppatori sta rendendo la corsa alla visibilità delle applicazioni sempre più dura, rendendo più complesso il successo ed il ritorno dell’investimento fatto su un progetto.
In un mercato così dinamico ed in rapida evoluzione, l’approccio che si tende ad avere è quello di centralizzare in un’unica applicazione più funzionalità e servizi, cercando di ottimizzare investimenti di marketing, ritenendo di poter inoltre ottimizzare il time to market e ridurre così i costi di sviluppo e manutenzione.
La maggior parte delle aziende si sta focalizzando su un approccio all-in-one app che porta all’integrazione in un’unica soluzione di tutte le funzionalità desiderate per i diversi target, prodotti o mercati. La scelta di una all-in-one app però ha delle ripercussioni di cui le aziende non si rendono conto e che le sta penalizzando sotto molteplici aspetti nel medio e nel lungo periodo.
La tendenza che il mercato richiede è infatti, come già successo nella fase di maturità del web, di verticalizzare esperienze, interfacce, contenuti, strategie di comunicazione e coinvolgimento su target differenti, tanto da massimizzare la conversione e di conseguenza rendere i progetti più efficaci ed efficienti oltre che meno costosi.
Dopo una fase di proliferazione delle applicazioni, molti brand e aziende che stanno affrontando un percorso in ambito mobile hanno scelto di concentrare la presenza su una sola applicazione, integrando tutte le funzionalità in un unico progetto come avveniva nei progetti web agli inizi del 2000.
Da una fase in cui esistevano infatti pochi siti web sono cominciati poi a nascere grandi portali, aggregatori di una mole di contenuti enorme, che volevano integrare tutte le funzioni e i servizi in uno. La numerosità e la profondità di questi portali ha generato delle esperienze d’uso pessime.
Sono nate allora le verticali: siti internet tematici e con esperienze e cicli di vita mirati ad azioni o funzioni specifiche (campagne, lead, servizi, aree ecc).
La stessa evoluzione sta avvenendo per il mobile, nel quale si assiste al passaggio da una concezione all-in-one ad una ecosistemica che, attraverso una corretta progettazione, consente di avere nel medio-lungo termine dei costi minori e vantaggi maggiori.
I motivi di questa scelta sono nella maggior parte dei casi legati a:
Scegliere un approccio “all-in-one”, come successo anche precedentemente su Web, nel tempo spesso non si rivela premiante. Le principali criticità riguardano infatti:
Un approccio all-in-one costringe il brand a rivolgersi ad una platea estremamente eterogenea, che impedisce la definizione efficace di tono, comunicazione e contenuti mirati.
La creazione di verticali focalizzate su nicchie permette invece tipologie di linguaggio, frequenze e contenuti diversi legati sempre allo stesso brand.
Tutti questi fattori stanno portando le aziende verso un approccio più orientato a un vero e proprio ecosistema app, composto di singole applicazioni mobile con funzionalità verticali su utenti, servizi e mercati specifici.
In tale contesto abbiamo definito la metodologia di progettazione e l’approccio IQUII chiamato Enterprise App Ecosystem (EAE), analizzando le opportunità, i punti di forza e gli elementi cardine del nostro approccio in termini strategici e applicativi.
Un Enterprise App Ecosystem è un ecosistema di applicazioni dello stesso brand, che consentono di presidiare l’attenzione degli utenti e i diversi touchpoint e canali con funzioni, user experience, strategie di comunicazione e tipologie di servizio estremamente verticali e mirate.
L’evoluzione dei sistemi OS, lo sviluppo di piattaforme sempre più verticali e la maggiore predisposizione dell’utente all’utilizzo di prodotti e servizi digitali, stanno generando nuove opportunità.
Ad esempio sfruttando le possibilità introdotte da:
La creazione di un EAE porta con sé una serie di vantaggi legati alle sue caratteristiche e punti di forza. Un Enterprise App Ecosystem è infatti:
L’insieme dei punti di forza di un ecosistema app impatta infatti su una serie di elementi e fasi (quali ciclo di vita, esperienza, coinvolgimento, strategia e analisi), generando un grande vantaggio competitivo per l’azienda in termini di:
Il ciclo di vita di una applicazione impatta in modo trasversale su strategia, user experience e maintenance. Solitamente le applicazioni corporate hanno dei cicli di vita di lungo termine, mentre progetti verticali legati a campagne o iniziative di marketing hanno cicli di vita limitati.
La manutenzione di un’unica applicazione che ha funzionalità ed esperienze dal ciclo di vita differente impatta su costi ed efficacia. Lo sviluppo di un’app con ciclo di vita medio-lungo necessita infatti di una manutenzione di base, una evolutiva ed una obbligata dal contesto (come l’aggiornamento dei sistemi operativi e dei linguaggi).
Solitamente oltre alle applicazioni di medio-lungo termine, le aziende hanno anche la necessità di creare contenuti per campagne e/o comunicazioni specifiche, con un ciclo di vita breve e che non necessitano quindi di manutenzione.
Spesso l’integrazione di queste singole necessità all’interno dell’applicazione già esistente viene considerata la soluzione dai costi minori e benefici maggiori. In realtà i costi di sviluppo di una nuova app verticale sono minori, perché non impattano su manutenzione, integrazione e rimozione dei contenuti, mentre i vantaggi risultano maggiori in termini di esperienza e di coerenza dei contenuti e comunicazione.
Diverse funzionalità, diverse tipologie di utenti e diversi mercati necessitano di una user experience ed una ergonomia specifica. Progettare differenti interfacce ed interazioni consente una migliore esperienza d’uso.
Differenti utenti e diverse tipologie di obiettivi necessitano di diverse dinamiche di engagement. La progettazione di differenti dinamiche di attivazione comportamentale impatta sulla tipologia di esperienza d’uso, sull’interfaccia e sulle modalità di comunicazione ed interazione (es. push, email, deep link ecc).
Se l’obiettivo è ad esempio l’acquisizione di utenti, una profilazione verticale permette una corretta identificazione di quali nicchie portare verso l’applicazione core o quali servizi e touchpoint dell’ecosistema siano più in linea con interessi ed esigenze degli utenti acquisiti.
Le strategie di App Marketing funzionali al posizionamento e all’acquisizione nell’app, così come di comunicazione e retention, possono essere strutturate in modo preciso e puntuale sulle caratteristiche specifiche dell’utente, amplificando l’efficacia e il ritorno delle azioni delineate.
Il posizionamento in store può essere ad esempio differenziato in modo più capillare in termini di categorie, keywords ecc. Le strategie di acquisizione e download mirate ed ottimizzate su target specifici e con costi minori. È possibile effettuare A/B test in modo più mirato e strutturato.
La specializzazione di un servizio e di una applicazione consente di analizzare comportamenti più specifici, dati più verticali ed informazioni più dettagliate.
Una profilazione verticale rende possibile acquisire un set di dati sull’utente più completo e definito in modo specifico a seconda del target e degli obiettivi attraverso i differenti touchpoint.
Tutti questi elementi hanno quindi obiettivi e necessitano di esperienze e strategie differenti. Analizzandone l’applicazione in un settore come quello del fashion è possibile comprendere come ogni touchpoint attivato abbia un ciclo di vita, un’esperienza e delle strategie di engagement e comunicazione che non possono essere aggregate in un approccio all-in-one senza penalizzarne l’efficacia.
Il ciclo di vita dell’applicazione corporate è lungo, perché focalizzata sui servizi core dell’azienda (mCommerce, catalogo, loyalty program, store locator ecc).
L’esperienza è quindi legata al brand e finalizzata ad obiettivi quali la brand awareness e il corporate branding, in linea con il business model dell’azienda e ad una strategia di posizionamento e estensione di servizio all’utente.
Le community app sono principalmente finalizzate invece all’acquisizione, alla loyalty e alla profilazione e hanno quindi un ciclo di vita di medio termine in quanto basate sull’attivazione e la riattivazione della community attraverso l’interazione. Avranno quindi bisogno della creazione di un’esperienza customer-centrica e di una strategia finalizzata alla conversione.
Il ciclo di vita di una campagna, ad esempio legata a particolari eventi o festività o al lancio di nuovi prodotti, è invece molto breve. Così come l’esperienza, finalizzata ad obiettivi specifici di user acquisition, lead generation, engagement e profilazione e la strategia è quindi focalizzata la pura acquisizione di nuovi utenti.
Il concetto di Enterprise App Ecosystem è ancora poco diffuso in ambito business: il ripensamento dei canali e servizi di un’azienda come ecosistema connesso, integrato e allo stesso tempo flessibile, assume invece grande rilevanza strategica nel contesto attuale.
Se sei interessato al tema dell’Enterprise App Ecosystem contattaci per una consulenza personalizzata.