I connected devices consentono oggi di monitorare le abitudini quotidiane o la nostra salute, gestire il consumo di energia e tracciare quasi ogni tipologia di dati. Questi dispositivi costituiscono ciò che chiamiamo Internet of Things – una rete di oggetti connessi tramite reti, che possono interagire tra loro e con noi.
Secondo l’ultimo report di Verizon sullo stato dell’arte dell’Internet of Things (IoT), il 73% delle aziende sta valutando l’uso di sistemi IoT o già li applica come driver alla base del processo di Digital Transformation.
L’IoT come soluzione digitale innovativa ha un potenziale importante in termini di crescita ed efficienza per diversi settori e consente di ottimizzare i processi decisionali, rimodellando i modelli di business e incrementando i flussi di entrate.
Infatti, come afferma Mark Bartolomeo, VP of IoT Connected Solutions di Verizon:
“nel 2017 i progressi tecnologici e normativi, insieme al cambiamento del comportamento dei consumatori e all’abbassamento dei costi, hanno avvicinato l’IoT alle aziende, e questa è solo la punta dell’iceberg, se parliamo dei budget che questo mercato può muovere”.
Per cogliere meglio l’impatto dei connected device sul mercato, le prospettive future e le opportunità nei diversi ambiti basta analizzare numeri e insight emersi dagli ultimi report di Gartner, IHS Markit e NCTA.
Il 2017 è un anno importante per il mercato dell’IoT che, secondo le stime di Gartner, sta avendo una crescita anno su anno superiore al 31% per quanto riguardo il numero di device e unità connesse passando dai 6,3 miliardi di oggetti connessi del 2016 agli 8,4 miliardi previsti per il 2017.
Nelle sue previsioni di crescita, Gartner considera l’IoT una tecnologia esponenziale e stima che nel triennio prossimo raggiungerà i 20,4 miliardi di unità per un giro d’affari che nel 2020 arriverà a toccare i 3mila miliardi di dollari.
A guidare la crescita del mercato dei connected devices sono tre aree geografiche composte da Cina, Nord America ed Europa Occidentale, che da sole rappresentano il 67% di tutta la base installata degli oggetti connessi nel 2017.
Va però precisato che, dal punto di vista applicativo, a fare da traino è il mercato consumer (il 63% delle applicazioni IoT del 2017 sono di natura consumer) con 5,2 miliardi di oggetti connessi tra i quali primeggiano SmartTV e wearable device. Accanto ad essi, inizia a farsi strada la sensoristica, abbinata ad oggetti quotidiani come gli elettrodomestici o le automobili connesse.
La crescita di tale mercato impatta anche sul mondo business: Gartner stima che entro il 2020 i dispositivi IoT cross-industry arriveranno a 4,4 miliardi di unità, ai quali si sommeranno i 3,4 miliardi di oggetti connessi in settori verticali come quello medico o dello sport professionale.
Per capire meglio gli impatti globali di questo fenomeno basta guardare alle cifre economiche. Solo quest’anno, l’IoT ha generato:
Secondo gli analisti di IHS Markit, in realtà i numeri del mercato IoT sono destinati a crescere maggiormente: secondo le stime, il numero di oggetti connessi raggiungerà oltre 50 miliardi di unità entro il 2020. Questo considerando, a differenza di Gartner, anche smartphone, tablet e computer.
Come risulta dalle analisi di IHS Markit, andando ad includere anche questo tipo di device e le relative applicazioni e servizi collegati al segmento dell’IoT, il numero degli oggetti connessi nel 2017 sale a 27 miliardi. Si tratta di una crescita esponenziale che potrebbe portare il numero di questi oggetti e device connessi a 125 miliardi entro il 2030.
Al di là delle tipologie di oggetti connessi che si sceglie di includere nel conteggio, quel che emerge con forte evidenza dai numeri e dalle previsioni è che l’IoT non è un semplice trend tecnologico ma un movimento nato con l’introduzione e l’evoluzione del mobile, il quale ha profondamente trasformato l’interazione uomo-macchina.
Il mercato dell’IoT sta vivendo un periodo florido non solo grazie all’esplosione di oggetti intelligenti e connessi ma anche di nuove possibilità che, tuttavia, molte aziende ancora faticano ad individuare.
Se da un lato gli oggetti connessi rappresentano un valore intrinseco per moltissimi ambiti di business, dall’altro sono ancora molte le aziende che non riescono a stabilire un’opportuna strategia, coerente con il proprio business model ma soprattutto in linea con gli obiettivi strategici aziendali.
L’IoT è innanzitutto una nuova grande opportunità nata dall’evoluzione d’uso di Internet: una rete sulla quale transitano non più solo persone e aziende ma anche oggetti.
Questi oggetti si definiscono “intelligenti” perché grazie alla rete producono e trasmettono dati e informazioni ad altri oggetti connessi, a persone e aziende in modo sempre più autonomo e in tempi molto rapidi.
Visto da questa prospettiva, appare chiaro che il vero valore risiede quindi proprio nei dati e nelle informazioni che contengono, che diventano la linfa per processi decisionali molto più snelli e rapidi ma anche contenitori di un più ampio know-how grazie al quale intraprendere percorsi di innovazione con elevate possibilità di successo.