Il mercato dell’Internet of Things è in rapidissima ascesa e ha le proprie radici in due ambiti tecnologici precisi:
Dall’analisi dei dati e delle relazioni che si innescano tra cose, aziende e persone arriva la forza propulsiva per accelerare l’innovazione e pensare a nuovi modelli di business. Forza di cui già in molti stanno approfittando:
Insieme al volume d’affari dell’IoT, a crescere in modo imponente è anche il numero degli oggetti connessi, che in Italia ha superato i 52 milioni nel corso del 2016 (14,1 milioni quelli connessi tramite rete cellulare con una crescita del 37%), dato che sale vertiginosamente se guardiamo al mercato globale. Gartner stima che già entro quest’anno il numero delle cose connesse salirà a 8,4 miliardi ed arriveranno ad essere 20.4 miliardi entro il 2020.
E ovviamente anche il volume di dati – che proprio nell’IoT vede la principale spinta di accelerazione – continua a crescere: secondo gli analisti di Forbes il volume totale dei dati generati dall’IoT crescerà ogni anno al ritmo di 600 zettabyte nei prossimi tre anni:
275 volte più rapidamente del traffico medio annuo dei dati dei device mobili che arrivano ai data center aziendali (2,2 zettabyte la crescita media annua).
I dispositivi IoT stanno diventando sempre più intelligenti e versatili grazie allo sviluppo che hanno avuto certe tecnologie negli ultimi anni:
In Italia, perfettamente in linea con i trend evolutivi globali, sono numerosi gli ambiti in cui le aziende stanno già sperimentando le potenzialità dell’IoT e dell’analisi dei dati da esso generati.
Il segmento della Smart Home apre nuovi scenari di business dove ad essere protagonista non è più (o meglio, non è solo) il dispositivo intelligente, ma il servizio che questo può abilitare.
Pensiamo ad esempio al monitoraggio dei consumi energetici e a tutti i servizi che ne possono derivare per ridurre gli sprechi, magari anche attraverso meccanismi di gamification cittadina via mobile app che premiano i cittadini più virtuosi, invogliando e ispirando quelli meno attenti alle politiche ambientali. Oppure ai servizi di sicurezza che, proprio mediante la combinazione di IoT e analisi dei dati, consentono di identificare tempestivamente incidenti (allagamenti, incendi) o tentativi di infrazione.
Nel mondo dell’Industrial IoT sono già numerosi i progetti per il monitoraggio delle linee produttive in una logica di manutenzione preventiva dei macchinari: in questo caso lo spostamento del focus potrebbe addirittura scardinare i modelli di acquisto stessi delle attrezzature, per esempio pagandole a consumo, in base al loro reale utilizzo.
E non può mancare all’appello il mondo delle Smart Car che aprirà per tutte le grandi case automobilistiche l’opportunità di vendere non più solo un prodotto, ma una serie di servizi ad esso connessi come quelli per la manutenzione preventiva, la navigazione e la guida assistita, il risparmio energetico fino ai servizi di infotainment.
Manutenzione predittiva, produzione auto-ottimizzata, gestione automatizzata delle scorte e del magazzino sono secondo alcune recenti analisi di BCG i tre principali casi d’uso che traineranno la crescita del mercato IoT mondiale.
Dalle analisi di BCG è interessante notare quali sono le principali aspettative delle aziende che credono nell’IoT e ci stanno investendo:
Aspettative che in realtà rappresentano il traguardo finale di un percorso che le aziende dovrebbero iniziare ponendosi una domanda molto semplice: come posso sfruttare i dati dei dispositivi connessi?
Alcune delle modalità verso cui le aziende dovrebbero rivolgersi sono ad esempio: