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Negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi cambiamenti dettati principalmente dalla diffusione delle piattaforme di social networking e da tecnologie (ad esempio mobile) sempre più pervasive e potenti. Di fatto, smartphone, tablet e altri device hanno trasformato il nostro modo di vivere, permettendoci un accesso alle informazioni sempre più rapido e in mobilità.
Questa evoluzione ha portato ad una dicotomia:
In questo contesto di elevata competizione le aziende hanno concentrato molti sforzi (economici, di marketing e comunicazione) nello sviluppo di una strategia “mobile-first”. Dopo l’entusiasmo iniziale e la susseguente maturità del mercato, i brand oggi hanno una strada per emergere e differenziarsi puntando alla loyalty di lungo periodo: quella della personalizzazione dell’offerta verso gli utenti basata su un’attenta analisi dei dati e dei momenti di interazione nelle varie fasi della relazione.
Analizzando il contesto di riferimento emerge che per la prima volta il numero degli utenti connessi ad internet nel mondo (2018) è stato stimato a 3,6 miliardi, a significare che oggi circa la metà della popolazione mondiale è online.
Che sia per controllare le mail, inviare un messaggio, verificare un itinerario, ordinare una cena, usufruire di sconti o acquistare un prodotto, è sempre più evidente che le app sono parte integrante dei nostri micro momenti quotidiani.
Le applicazioni svolgono un ruolo fondamentale quando cerchiamo informazioni: secondo il report di App Annie, c’è stata una crescita del 60% del download di app a livello globale e la quantità di tempo trascorso dagli utenti all’interno delle stesse è aumentata del 30% rispetto al 2015. In molti mercati, l’utente medio installa ben 80 applicazioni sul proprio smartphone e ne usa circa quaranta al mese.
Credits: App Annie
Inoltre:
Se è vero che gli utenti provano nuove app continuamente, è altrettanto vero che la maggior parte di queste vengono abbandonate in un lasso di tempo molto breve, addirittura installate e mai utilizzate.
Le app sono un ottimo touchpoint nell’interazione brand-utente perché possono aiutare a migliorare la relazione con gli utenti, completare la propria customer experience, aumentare le transazioni e-commerce e in generale dare supporto a diversi obiettivi di breve, medio e lungo termine.
Per questo adottare una strategia di marketing incentrata sulle mobile app può portare opportunità non solo in termini di ritorno economico ma anche di brand awareness, lead generation ed engagement.
Lo scenario che si presenta è quindi quello di:
Il comportamento degli utenti è cambiato con il passaggio deciso dal desktop al mobile, di conseguenza sono state introdotte alcune nuove metriche e i marketer hanno dovuto rivedere i tradizionali funnel legati appunto all’esperienza web: le novità hanno avuto impatto lungo tutta la catena, dall’acquisizione fino alle revenue, dando vita a diversi modelli (funnel) più o meno centrati sull’utente.
Per raggiungere obiettivi non solo legati al posizionamento ma in grado di rispondere alle nuove esigenze di business servono pianificazione e competenze trasversali lato comunicazione, design e sviluppo.
Per attrarre e fidelizzare gli utenti ogni azienda dovrebbe tener conto di 5 fasi di sviluppo della propria strategia di mobile app marketing:
Credits: Apptentive
Considerare solo l’App Store Optimization sufficiente per il supporto alla strategia di un’app sarebbe un errore.
In questa fase, il lavoro è orientato ad aumentare l’awareness e facilitare la scoperta dell’app, sia attraverso attività organiche (ASO, passaparola, comunicati, social network, sito web e landing page) che paid (advertising, affiliate marketing, remarketing e retargeting).
Più l’utente riceverà dei segnali positivi sull’app, più sarà predisposto a scaricarla. Per questo, è importante curare al meglio la scheda dello store in tutte le sue parti (Title, Description, Keyword, Screenshot, Video, altro), la parte relativa alle recensioni e alle valutazioni, fattori che possono aiutare l’utente nel processo decisionale, così come creare contenuti dedicati/verticali (blog, video) e coinvolgere dove possibile persone influenti in uno specifico ambito.
Ogni applicazione ha un obiettivo definito. Qualunque sia l’azione che definisca la conversione (download, iscrizione, creazione di un account o acquisto), prestare attenzione alle metriche e alle chiavi di performance intermedie è un passaggio fondamentale per identificare punti di forza e le eventuali problematiche sulle quali intervenire in modo tempestivo.
Fondamentale che ogni passaggio sia curato nel minimo dettaglio, dall’onboarding alla User Experience, passando per push notification e strategie di member get member.
Il presupposto per la costruzione di relazioni solide con l’utente è la creazione di valore: una volta che il processo di “Conversion” è ben oliato e porta i suoi risultati bisogna concentrarsi su tutti quegli utenti (magari clienti) che hanno già fatto azioni o completato degli step intermedi nella relazione con il brand.
L’errore classico è quello di concentrarsi sempre sulla fase di acquisizione, dimenticandosi spesso di tutti quegli utenti che invece sono “a bordo” e verso i quali non sono state pensate azioni di engagement di vario tipo (dalla riattivazione alle push notification, da contenuti dedicati a comunicazioni email con ad esempio sconti, promo esclusive, inviti ad eventi, esperienze in anteprima).
La fase 5 è naturalmente la più complicata, perché posizionata alla fine del funnel e per questo presuppone il superamento con successo delle 4 fasi precedenti.
Per costruire relazioni durature con gli utenti è necessario:
Abbiamo visto come negli ultimi anni, grazie allo sviluppo del mobile, dell’ecosistema di sviluppatori e considerato l’interesse crescente da parte delle aziende, i numeri relativi alle applicazioni mobile sono cresciuti esponenzialmente raggiungendo livelli che anni fa erano impensabili.
Con il crescere del mercato si sono presentate nuove sfide per le aziende. Le principali oggi rientrano nelle aree:
Acquisition/Activation
Retention
Revenue
Per questi motivi, l’app marketing si sta evolvendo e consolidando verso un processo strutturato che può ormai essere definito di App Marketing Intelligence.
In un contesto sempre più data-driven a fare la differenza sarà il potere del dato che per le aziende deriva da metodi e processi che lo rendono leggibile e fruibile, generando vero valore per un continuo miglioramento dell’esperienza utente che porti al raggiungimento degli obiettivi e a un rapporto basato sulla fiducia reciproca.
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