Ogni giorno apriamo Google e Facebook in modo ormai naturale, per cercare dei contenuti, per lavoro, per passare il tempo libero. Questi due siti sono regolati da un elemento invisibile ma fondamentale: l’algoritmo.
Una delle definizioni più chiare è data proprio da Google e cita testualmente:
“Gli algoritmi sono programmi informatici che cercano indizi per restituirti esattamente ciò che desideri… Sono i processi informatici e le formule che trasformano le tue domande in risposte”.
Visto che questi processi cercano di dare delle risposte a delle domande più o meno precise, si è sviluppata una propensione sempre maggiore tendente a “manipolare” i risultati. Prendiamo come esempio il principale motore di ricerca al mondo.
Gli attori principali sono due: da una parte c’è Google che tenta di dare la miglior risposta alle domande degli utenti, dall’altra c’è chi tenta di fare business.
In parole povere essere primi nella SERP per una determinata parola chiave potrebbe significare davvero molto in termini economici. Per questo, gli aggiornamenti vengono utilizzati per contrastare i tentativi di manipolazione dei risultati con tecniche poco ortodosse.
Per quanto riguarda gli Store contenenti le applicazioni, possiamo dire che l’algoritmo è croce e delizia degli sviluppatori. Visto il forte interesse per le attività di App Store Optimization (ASO), Google per il Play Store e Apple per l’App Store cercano continuamente di aggiornare l’algoritmo alla base dei risultati di ricerca per fornire agli utenti risultati sempre più precisi.
Se per Google l’algoritmo del proprio store è una sorta di fratello minore di quello del motore di ricerca (quindi più facile da allineare, visto il know-how posseduto), per Apple la situazione è più complicata. È noto infatti che la gestione dei risultati di ricerca per la casa di Cupertino non sia proprio un processo gestito al meglio.
Per questo motivo gli aggiornamenti sono frequenti e cercano di ottimizzare al meglio i risultati da dare agli utenti.
La funzione “Sonar” disponibile sul tool MobileDevHQ monitora i cambiamenti nell’algoritmo dell’App Store di Apple. Nell’ultimo mese i cambiamenti “importanti” sono stati almeno 3, con quello della fine di agosto ad alto impatto.
Visto l’ingresso di iOS 8 e le novità apportate sullo store, dalle parti di Cupertino hanno voluto preparare il terreno per offrire agli utenti un’esperienza migliore.
Ma cosa comportano questi cambi per gli sviluppatori e per chi fa ASO? La risposta certa ovviamente non c’è: alcuni parlano di minore importanza data alle keyword inserite nel titolo (per dare risalto a quelle inserite nel campo dedicato e evitare di fare keyword stuffing), altri mettono sotto la lente d’ingrandimento il peso maggiore dato a numero di download e recensioni positive.
Il nostro consiglio è quello di monitorare costantemente i cambiamenti nel ranking per le vostre parole chiave, soprattutto in concomitanza delle variazioni all’algoritmo. La scalata in classifica è il giusto premio alla vostra attività di ASO, al contrario dovrete rivederla per ottimizzarla e magari competere per keyword più semplici.
Costanza, capacità di analisi e implementazione delle modifiche sono tre aspetti fondamentali per l’ottimizzazione di un’App nel relativo store. Un lavoro non semplice, soprattutto visti i rapidi cambiamenti nei meccanismi che regolano il posizionamento delle applicazioni.
Nel prossimo articolo vi presenteremo una case history che parla del nostro lavoro di App Store Optimization, di come approcciamo l’ASO e dei miglioramenti apportati in termini di posizionamento sull’App Store.