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Il moderno sistema industriale e finanziario richiede come condizione indispensabile una crescita dell’economia proporzionale a fabbisogni e stile di vita. Quando il tasso di crescita tende a zero, l’economia entra in stagnazione e il sistema rischia di andare in crisi. Questo modello implica un aumento esponenziale del sistema produzione-consumi.
Come si affronta questa fase?
La grande disponibilità di risorse e l’incalzante progresso tecnologico hanno consentito in passato di mantenere costante il tasso di crescita, rassicurando sulle capacità di mantenere questo ritmo costante. Dopo qualche tempo però, contrariamente alle previsioni, questo modello entrò in crisi.
Il premio Nobel Robert Solow nel 1956 sviluppò un nuovo modello, alla base della Teoria della crescita endogena, secondo cui la crescita economica è destinata ad azzerarsi sul lungo periodo senza la spinta dell’innovazione e del progresso tecnologico.
Oggi la crescita è legata strettamente alle trasformazioni di una nuova epoca che si sta delineando. Il bisogno di innovazione va di pari passo con la difficoltà di affrontare i cambiamenti che l’economia richiede.
Robert Gordon nel suo TED talk racconta il rallentamento dell’economia statunitense dopo due secoli di crescita ad opera di 4 fattori:
“I’d like to award an Oscar to the inventors of the 20th century, the people from Alexander Graham Bell to Thomas Edison to the Wright Brothers, I’d like to call them all up here, and they’re going to call back to you. Your challenge is, can you match what we achieved?“
A tutti i livelli, la crescita è inesorabilmente legata all’innovazione. Alla riduzione degli investimenti innovativi infatti, in un mercato complesso e super competititivo, la crescita rischia di rallentare progressivamente fino a giungere alla paralisi del sistema.
Growth Hacking è l’espressione più calda del momento. Con questa formula, che risale al 2010, si intendono una serie di tecniche di marketing, nate nel mondo delle startup, che usano creatività, approccio analitico e studio delle metriche per guadagnare visibilità e massimizzare le conversioni.
Dopo aver aiutato molte startup a crescere il Growth Hacking è in fase di studio e adozione da altri settori, nel tentativo di replicare approccio e risultati. Riuscirà a passare l’esame?
E’ lo stesso Sean Ellis, inventore del termine e dell’approccio, ad aprire il dibattito. Raramente le aziende tradizionali si sono dedicata a definire e curare attività di marketing non convenzionali, dal momento che, fino a poco tempo fa, non c’era realmente bisogno di cambiare le regole per innovare. A differenza delle startup, le aziende conoscono i loro clienti e sono poco orientate a mettersi in gioco e rischiare. Eppure per crescere, o continuare a crescere velocemente, bisogna innovare. E per innovare bisogna essere disposti a rischiare.
La fase economica attuale e le opportunità del digital spingono molte aziende ad approfondire nuovi percorsi e a dedicare parte del loro budget di marketing ad approcci innovativi.
Dopo il Lean Startup Methodology, nuovi stimoli arrivano dal Growth Hacking.
Un miliardo di file salvati ogni giorno. 200 milioni di utenti. Numeri da capogiro per il servizio Dropbox, diventata in pochi anni l’applicazione di riferimento per archiviare e condividere file tramite cloud. Ma, a differenza di quanto si può pensare, Dropbox non deve il suo successo a investimenti pubblicitari. Infatti, i costi che l’azienda ha affrontato in tale ambito sono molto vicini allo zero.
Quali sono stati, quindi, le motivazioni del trionfo della “scatolina blu”?
Dropbox ha battuto i suoi competitor con alcune semplici, ma efficaci azioni di Growth Hacking.
In particolare possiamo considerare 7 tattiche principali:
Tra le nostre specializzazioni c’è il cosidetto Mobile Marketing. Nel perimetro di quest’area rientrano le attività di marketing create per valorizzare e promuovere applicazioni e progetti che nascono e vedono coinvolti smartphone, tablet e oggetti connessi.
L’ASO, in particolare, è il lavoro di ottimizzazione delle informazioni e degli elementi descrittivi delle singole app per permettere agli store una corretta indicizzazione e un conseguente posizionamento in classifica per le relative chiavi di ricerca. Una serie di attività che possono essere considerate l’equivalente del SEO per i motori di ricerca.
Nel nostro blog abbiamo illustrato l’importanza e alcuni aspetti fondamentali per rendere visibile la propria applicazione nelle diverse classifiche. L’attività ASO curata per CityGlance, ad esempio, ha permesso all’app di essere premiata da Apple come “applicazione incredibile” del mese di Agosto.
Nel blogpost dedicato abbiamo raccontato come il nostro approccio sull’ASO cerca di fare la differenza in un mercato delle applicazioni affollato e sempre più competitivo.
Mercoledì 19 Novembre appuntamento con il penultimo #openIQUII dell’anno. Il tema di questo mese è Gamification e Loyalty.
Nel corso del workshop Fabio e Alessandro evidenzieranno l’importanza della Gamification come opportunità per creare e mantenere un rapporto privilegiato tra utente e brand. Affinché le nuove dinamiche di coinvolgimento diventino effettivamente vantaggiose, tuttavia, è necessario definire meccaniche di interazione, sfruttando i vari canali a disposizione. Sito web, servizi social, applicazioni mobile e touchpoint fisici presenti negli store diventano parte di un ecosistema funzionale a supportare e gratificare l’utente, nonché ad accrescere il suo livello di loyalty.
L’evento, come al solito, è gratuito ma a numero chiuso.
Per partecipare al workshop è necessario registrarsi.
Riprende la formazione che ci vede coinvolti come partner e nel corpo docenti.
Il corso Web Editing @Labora previsto per il 22 e 23 Novembre è un week-end dedicato a giornalisti e professionisti della comunicazione che vogliono far evolvere la loro professionalità.
Il corso di specializzazione in sviluppo Mobile APP, ideato assieme alla business del Sole24, è un percorso per formare programmatori Android e iOS.
I consumatori sono sempre più evoluti, informati e esigenti. A Brand e aziende è richiesto di non fermarsi a parlare ma iniziare ad agire.
Nel 2015, secondo il gruppo di ricerca TrendWatching, sarà chiesto loro di rinunciare e sacrificare alcuni elementi per restare attuali e rilevanti alle persone.
Il report “Brand Sacrifice” illustra quali tipi di sacrifici saranno richiesti ai brand.
Quali alternative ci sono per raggiungere una stabilità positiva?